OTTOBRE - SEPPELLIRE I MORTI
"Figlio, versa lacrime sul morto, e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito e non trascurare la sua tomba"
(Sir 38,16)
La cultura della sepoltura ha le sue radici nella credenza di una vita dopo la morte. I simboli, i riti ed i luoghi della sepoltura esprimono la cura ed il rispetto per i defunti. Vale anche oggi quanto affermava il greco Pericle: "Si giudica un popolo dal modo in cui seppellisce i propri morti". Per secoli, nello spirito dell’Antico e del Nuovo Testamento, i defunti sono stati accompagnati all’ultima dimora con i rituali più vari, ma tutti espressione della dignità e sacralità del corpo. Nel periodo post-apostolico i credenti hanno continuato a praticare la sepoltura dei morti, allo scopo di rendere pubblica la propria fede nella resurrezione. Infatti la concezione cristiana della persona è caratterizzata dalla convinzione che Dio "in modo mirabile ci ha creati… e in modo più mirabile ci ha redenti" come si recita in una orazione della Veglia pasquale. La fede cristiana afferma che l’uomo non scompare nella morte, ma viene trasformato da Dio in una nuova creazione. La speranza del cristiano davanti alla morte deriva dalla promessa di Cristo: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno" (Gv 11,25-26). Nel corso della storia del cristianesimo, la cura per i morti è sempre stata considerata un atto d’amore. Oggi l’atteggiamento nei confronti della vita e della morte è cambiato, l'uomo è quasi incapace di guardare in faccia la morte. Il Catechismo della Chiesa Cattolica invita l'uomo moderno a recuperare il significato profondo della morte e l'importanza della sepoltura: “I corpi dei morti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale; rende onore ai figli di Dio, tèmpli dello Spirito Santo”(C.d.C. 2300). Il cristiano ha la certezza che il Padre "prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini" (Gaudium et Spes, 39).
“Nostra speranza e nostra fede è la risurrezione dei morti. Essa è anche il nostro amore. Se togliamo la fede nella risurrezione dei morti, crolla tutta la dottrina cristiana” (Sant’Agostino)